INCONTRI ANNO 2025

 INCONTRO 61 - L'OTTAVA VITA  di  Nino Haratischwili


VIDEO DELL'INCONTRO

CITAZIONI

" Negli occhi blu della donna si leggeva che non ci sarebbe stato alcun risarcimento. Avrebbe potuto minacciarla con qualunque coltello ma lei non avrebbe mai riconosciuto la sua colpa."p. 384
" La stanza si stava dissolvendo nella luce del crepuscolo. I tratti dl viso diventavano sempre più vaghi. I ricordi si posavano lentamente sulle palpebre truccate della donna come la prima neve, soffici e quasi trasparenti. Kitty avrebbe voluto raccogliere l'odio in un grumo, stringerlo nella mano e gettrglielo in faccia con tutta la forza che aveva."p. 386
" Per questa storia ho messo da parte tutte le mie esigenze, se mai ne ho avute, mi sono persino negata la mia dose quotidiana di malinconia e mi sono dedicata unicamente a questo compito. Dopo gli ultimi anni in cui mi ero persa e smarrita, l'ascesi e la disciplina ferrea, quasi monacale, mi hanno fatto e mi fanno bene. e' il mio viaggio. E' una sorta di percorso di purificazione nel corso del quale io stessa sto cambiando - e non so neppure quale sarà la mia forma definitiva." p.479
"... Intuii che più di ogno altra cosa volevo fare proprio ciò che faceva quella donna, cieca e tuttavia così lungimirante: volevo ricomporre quello che era andato in pezzi, volevo mettere insieme i ricordi degli altri, che rivelano ciò che li unisce solo quando da molti diversi elementi nasce un unico quadro entro la cui cornice, tutti noi, consciamente o inconsciamente, seguiamo una misteriosa coreografia e danziamo." p. 868



NOTE BIOGRAFICHE

Nino Haratischwili nasce a Tbilisi, Georgia, nel 1983. Emigra in Germania da giovanissima, per sottrarsi ai rivolgimenti seguiti al crollo dell’Unione Sovietica. Nel nuovo Paese studia teatro, poi, nel 2010, approda alla scrittura con Juja. Non scrive in georgiano, ma in tedesco. Nei suoi romanzi racconta mondi lontani ma non troppo: gli ultimi in modo particolare parlano di Russia, Georgia e del periodo sovietico. Temi complessi, da cui l’Europa e specialmente la Germania sono al contempo attratte e respinte. Fin dagli esordi desta interesse nel pubblico e nella critica, e nel giro di pochi anni viene tradotta in diverse lingue e riceve numerosi riconoscimenti. Tra i vari, il Premio Adelbert von Chamisso e il Premio Anna Seghers.





RESOCONTO DELL'INCONTRO


 INCONTRO 60 - LA PANNE  di Friedrich Dürrenmatt


VIDEO DELL'INCONTRO


CITAZIONI
" Ci sono ancora storie possibili, storie per scrittori? Se uno non intende raccontare di sè, ne generalizzare in termini romantici, lirici il proprio Io, se non si sente obbligato a parlare con spietata sincerità delle proprie speranze e sconfitte o di come si fa all'amore, quasi l'assolutaveridicitàne facessse un caso universale e non invece, nella migliore delle ipotesi, un caso clinico, psicologico, se uno non vuole tutto ciò e intende invece tirarsi da parte con discrezione, difendere cortesemente le faccende private, ponendosi di fronte al proprio tema come uno scultore di fronte alla materia da cui trarre una statua, lavorando a quel tema e grazie ad esso sviluppandosi, nell'intento, come una volta i classici, di non cedere subito alla disperazione, anche se non può certo negare l'assurdo che ovunque viene a galla, allora scrivere diventa il mestiere più difficile, più solitario e anche più insensato, un bel voto nella storia della letteratura non ha alcuna importranza, (...) , le istanze del giorno sono più urgenti." p.9
" Giovanotto, giovanotto," brontolò in tono di disappunto" che cosa intende dire? Non vuole abbandonare finalmente la sua tattica sbagliata, continuiamo a fare gli innocenti? Non ha ancora capito? Bisogna confessare, che lo si voglia o no, c'è sempre qualcosa da confessare, dovrebbe cominciare a intuirlo!" p.47






NOTE BIOGRAFICHE

Friedrich Dürrenmatt (Stalden im Emmental, 5 gennaio 1921 – Neuchâtel, 14 dicembre 1990) è stato uno scrittore, drammaturgo e pittore svizzero.

Dopo un'infanzia piuttosto movimentata, durante la quale ebbe già problemi di alcolismo, droga e fumo, si diplomò nel 1941 e studiò filosofia e lingue germaniche a Zurigo e a Berna. Dopo la seconda guerra mondiale, ispirato dalla lettura di Lessing, Kafka e Brecht, iniziò a scrivere racconti brevi e pezzi teatrali. Le sue prime opere sono ricche di elementi macabri e oscuri, trattano di omicidi, torture e morte.

Il suo esordio in teatro con Sta scritto provocò uno scandalo che gli procurò notorietà anche oltre i confini svizzeri. Nel 1947 sposò l'attrice Lotti Geissler. Nei primi anni cinquanta si mantenne scrivendo romanzi come Il giudice e il suo boia  e Il sospetto , che vennero pubblicati a puntate nei giornali. Nel 1956 ottenne fama internazionale con il dramma La visita della vecchia signora . Il dramma venne rappresentato a New York, Roma, Londra e Parigi e vinse numerosi riconoscimenti. Altri drammi di successo furono I fisici  e La meteora  rispettivamente degli anni 1963 e 1966.

Negli anni settanta e ottanta divenne attivo politicamente, mettendosi in luce come critico della società contemporanea con saggi, conferenze e discorsi celebrativi come: Frasi dall'America, l'articolo Io sto con Israele, il discorso pubblico in occasione del centesimo anniversario della nascita di Albert Einstein e, poco prima di morire, due discorsi con il titolo La speranza di Kant, uno dei quali, in onore di Václav Havel, aveva come titolo: La Svizzera - una prigione. Visitò gli Stati Uniti, Israele, la Polonia e il campo di concentramento di Auschwitz. Anche per questi motivi, Dürrenmatt è stato spiato dalla "Bundespolizei", la polizia federale elvetica, assieme ad altri 800 000 cittadini di simpatie progressiste. Lo scrittore lo sospettava da tempo, tanto che, nel 1966, disse che "la Svizzera sta diventando uno Stato poliziesco con una facciata democratica".Nel 1983 muore sua moglie e nel 1984 si sposa con l'attrice e produttrice Charlotte Kerr. Muore il 14 dicembre 1990 in seguito alle conseguenze di un infarto; solamente un anno prima aveva pubblicato la sua ultima opera: La valle del Caos. A Neuchâtel, la città della Svizzera dove l'autore ha vissuto l'ultimo periodo della sua vita, nel 2000 è stato creato il Centre Dürrenmatt Neuchâtel, un centro interdisciplinare sorto intorno alla casa dello scrittore, che raccoglie anche gran parte dei suoi dipinti.

Insieme al connazionale Max Frisch, Dürrenmatt è stato protagonista del rinnovamento del teatro di lingua tedesca, trattando in chiave grottesca i problemi della società contemporanea e smascherando le meschinità nascoste dalla facciata perbenista della società svizzera.

Anche la produzione letteraria di Dürrenmatt è sempre stata caratterizzata da una pungente satira e spirito critico nei confronti della società. Oltre a numerosi racconti, fra cui spiccano La morte della Pizia, L'eclissi di luna, La panne, Il Minotauro, Natale, sono di grande interesse i già citati romanzi Il sospetto, La promessa, Il giudice e il suo boia, nei quali, attraverso il sapiente utilizzo di trame investigative, intende dimostrare una tesi ben precisa: il caso governa i destini umani. Per Dürrenmatt l'accurata costruzione di una rete chiusa di eventi fittizi nella trama di un romanzo, a maggior ragione romanzo poliziesco, dimostra di non essere un valido specchio del reale e di essere una costruzione intellettuale debole.

Tema centrale nella produzione dell'autore è anche il concetto di giustizia. Per Dürrenmatt il complesso poliziesco-giudiziario, nei suoi meccanismi di indagine e di giudizio, è incapace di cogliere il senso più autentico della verità umana. Ciò che spesso sfugge alla giustizia dei tribunali può essere eticamente condannabile, o viceversa. Il racconto La panne. Una storia ancora possibile è un mirabile esempio di un rovesciamento di situazione del protagonista nei confronti del concetto di giustizia, presente anche in altre opere dell'autore.





RESOCONTO DELL'INCONTRO

Da questo romanzo breve è stato tratto il film di Ettore Scola intitolato "La più bella serata della mia vita."

Durenmatt si è ispirato molto a Kafka si parla di giustizia con un?architettura molto particolare, la scrittura è incisiva e breve ma il messaggio è molto forte e raggiunge profondità abissali. romanzo brevissimo ma densissimo.

La battuta che rompe il ghiaccio è "sarebbe meglio che i magistrati non andassero in pensione."

I protagonosti sono dei magistrati in pensione che si sentono in diritto di giudicare la vita degli altri lo fanno con i grandi personaggio della storia come Gesù, Socrate, Dreyfuss ma ahimè anche con dei poveri malcapitati, come il protagonista, che si trovano a passare dalla loro casa e a cui in cambio dell'ospitalità apparecchiano un processo in piena regola. 

Il tema è la giustizia o meglio il giudizio e l'ingiustizia in cui improvissamnete nella vita si può incappare.

Sembra quasi una seduta psicoanalitica anche se non è consenziente ma il protagoniosta narra di sè a questi quattro corvi più un boia mettendo le vicende della sua vita in pasto a questi individui.

Durenmatt dimostra una granda capacità di scovare e descrivere le debolezze che albergano nell'animo umano. Lo scrittore gioca con noi e la lettura genera ansia, prima ci descrive un'atmosfera conviviale ma poi si addentra nella vicenda con sempre maggiore drammaticità con un crescendo sempre più serrato. 

Noi non vediamo il nostro lato ombra. Il protagonista si addentra nelle sabbie mobili quando scopre la sua scarsa moralità e la da in pasto ai convitati.

C'è anche un livello grottesco. Appare la spietatezza che raggiunge il suo apice nel finale. Mentre la legge e la morale spesso non coincidono qua i giudici entrano nel merito anche di atteggiamenti moralmente discutibili anche se non sanzionati dalla legge.

Durenmatt era un moralista. l'incipit contiene già tutto. I giudici erano coscienti di essere ora liberi dai vincoli della legge e della procedura.

Loro pensano che in ogni uomo ci sia qualcosa di sbagliato e di colpevole e lo cercano con acrimonia. la fiustizia umana è molto deficitaria. Loro desiderano estremizzare la sitauzione e portarlo alla confessione.

Ceracno di trasforamre la debolezza umana in una colpa.

Durenmatt fa una critica feroce alla giustizia del suo tempo.

"Un tribunale per gioco diventa abile manipolazione narrativa un tribunale della coscienza cui è impossibile sottrarsi. La confessione diventa un bisogno insopprimibile e l'esecuzione della sentenza una vocazione esistenziale tesa fino al sacrificio ultimo che la giustizia vera non avrebbe mai potuto pretendere."

Differenza tra giustizia intesa da Kafka e da Durenmatt, per Kafka è grande e imprescrutabile e la porti dentro di te e per questo ti può colpire anche senza l'intervento di terzi e dunque siamo sempre in attesa di quello che ci arriva addosso per Durenmatt, invece, la giustizia non è assoluta ma è interpretata da esseri umani che se ne appropriano e la piegano ai loro personale senso di giustizia manipolandola e cospargendola di egoismo e di opportrunismo.



 INCONTRO 60 - LA PARTE DI GUERMANTES  di Marcel Proust ( vol.3 di Alla Ricerca del tempo perduto)

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CITAZIONI
" Non era tanto Rachel quand du Seigneur a sembrarmi poca cosa, quanto la potenza dell'immaginazione umana, l'illusione su cui si fondano le sofferenze amorose, ad apparirmi smisurate. Robert si avvide della mia emozione. Distolsi lo sguardo verso i peri e i ciliegi del giardino di fronte perchè pensasse che a turbarmi fosse la loro bellezza. E in effetti, essa mi turbava un pò nello stesso modo, mi metteva analogamente a contatto con qualcosa che non si vede con gli occhi, ma si sente con il cuore. Quegli arbusti che avevo visti nel giardino, scambiandoli per degli dei stranieri, non m'ero forse ingannato come Maddalena, quando in un altro giardino, in un giorno di cui si stava avvicinando l'anniversario, vide una forma umana e "credette fosse il giardiniere"? Custodi delle memorie dell'età dell'oro, garanti della promessa che la realtà non è ciò che si crede, che lo splendore della poesia, il meraviglioso fulgore dell'innocenza possono risplendervi e potranno essere la ricompensa cui tenderanno i nostri sforzi, le grandi creature bianche meravigliosamente protese al di sopra dell'ombra propizia alla siesta, alla pesca, alla lettura, non erano piuttosto degli angeli?"p.161-162

" E' per questo che solo le donne un pò difficili, quelle che non riusciamo subito a possedere, che non sappiamo nemmeno, in principio, se potremo mai possedere, sono davvero interessanti. Perchè conoscerle, avvicinarle, conquistarle, è far variare di forma, di grandezza, di rilievo l'immagine umana, è una lezione di relativismo nell'apprezzamento di un corpo, d'una vita di donna, che è bello poi rivedere quando ridiventa una silhouette senza spessore nello scenario della vita." p. 373
" Ma cara amica, la ragione è che sarò morto da parecchi mesi. Secondo i medici che ho consultati, alla fine di quest'anno, la mia malattia ( che, del resto, può portarmi via da un momento all'altro) non mi lacserà in ogni caso più di tre o quattro mesi di vita, e sarebbe già tanto" rispose Swann sorridendo, mentre il lacchè spalancava la porta a vetri del vestibolo per far passare la duchessa.
" Ma cosa mi state raccontando?" esclamò la duchessa fermandosi per un attimo e alzando i suoi begli occhi azzurri e malinconici, ma pieni di incertezza. Trovandosi, per la prima volta in vita sua, al bivio tra due doveri cosi diversi come salire sulla sua carrozza per recarsi ad un pranzo e testimoniare pietà ad un uomo che sta per morire, non rintracciava nel codice delle convenienze alcuna indicazione circa la giurisprudenza da seguire e, non sapendo a quale dare la preferenza, pensò di fingersi convinta che la seconda alternativa non si ponesse nemmeno, in modo da poter obbedire alla prima che, in quel momento, richiedeva lo sforzo minore, superando così il conflitto con la migliore delle soluzioni, che consisteva nel negarlo. " Volete scherzare?" disse a Swann.
" Sarebbe uno scherzo di un gusto eccellente, rispose ironicamente Swann. Non so perchè vi sto dicendo queste cose; non vi avevo mai parlato fin ora della mia malattia. Ma poichè me lo avete chiesto e, ormai posso morire da un momento all'altro... Ma, soprattutto, non voglio che facciate tardi al vostro pranzo, vi stanno aspettando" aggiunse, perchè sapeva che per gli altri, gli impegni mondani sono più importanti della morte di un amico, e si metteva nei loro panni in forza della sua buona educazione. p. 610



NOTE BIOGRAFICHE

Marcel Proust (Parigi 1871 - ivi 1922).

Figlio di Adrien, professore universitario di medicina, e di Jeanne Weil, di ricca famiglia ebrea, donna sensibile e colta alla quale restò morbosamente legato, all'età di nove anni cominciò a soffrire d'asma, malattia che lo tormentò tutta la vita.

Frequentò il liceo Condorcet di Parigi, dove strinse le prime amicizie importanti e collaborò al periodico studentesco Revue lilas; s'iscrisse poi alla facoltà di diritto, seguendo contemporaneamente corsi alla Scuola di scienze politiche e alla Sorbona, dove fu allievo di H. Bergson.

Collaborò a Le Banquet, la rivista fondata da un gruppo di amici del Condorcet, alla Revue blanche e ad altri periodici e quotidiani tra cui Le Gaulois, e, dal 1903, a Le Figaro.

Dal 1914 uscirono sulla Nouvelle revue française ampî estratti delle sue opere.

Fin dagli anni liceali frequentò assiduamente i salotti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia parigina, di cui avrebbe poi stigmatizzato lo snobismo, e nell'affaire Dreyfus si schierò in favore della tesi innocentista.

Dopo la morte del padre (1903) e soprattutto della madre (1905) si dedicò interamente alla stesura della sua opera, in un progressivo isolamento che lo portò a tappezzare di sughero la sua stanza nell'appartamento di boulevard Hausmann dove si trasferì nel 1906, assistito negli ultimi anni dall'autista Alfredo Agostinelli e, dopo la morte di questo, dalla fedele governante Céleste Albaret.

L'unico, immenso romanzo che scrisse, dopo varî tentativi, a partire dal 1909 fino all'anno della morte, s'intitola À la recherche du temps perdu e consta di sette parti intimamente legate: la prima, Du côté de chez Swann, uscì nel 1913 a spese dell'autore da Grasset, dopo che il parere negativo di A. Gide ne impedì la pubblicazione presso Gallimard; seguirono (questa volta da Gallimard) À l'ombre des jeunes filles en fleur, che ottenne il premio Goncourt, Le côté de GuermantesSodome et Gomorrhe.

Postume apparvero le ultime tre parti: La prisonnière , Albertine disparue  e Le temps retrouvé.

Fondata su un impianto autobiografico, l'opera, la cui struttura ciclica richiama quella della Comédie humaine di Balzac e della Tetralogia di Wagner, è un grandioso affresco della società francese all'inizio del secolo, del suo linguaggio, delle sue passioni e delle sue leggi; allo stesso tempo è la storia di una vocazione artistica che si realizza dopo una lunga esperienza di tempo "perduto", tempo che nell'arte è possibile ritrovare, cioè rivivere nella sua verità.

 In contrasto con il canone dell'oggettività del realismo, la narrazione, dietro la quale è percepibile la lezione di Chateaubriand, di Nerval, di Baudelaire ma anche l'influsso degli studî della psicologia del tempo sulle "intermittenze" della memoria, si dispiega attraverso il punto di vista soggettivo di un narratore protagonista, a partire da un evento fortuito: un sapore "ritrovato" nel gustare una madeleine risveglia la memoria facendo inaspettatamente riaffiorare alla coscienza tutto un mondo dimenticato.

 Il racconto, che adotta la forma del monologo interiore e si sviluppa attraverso frasi lunghe, ricche di subordinate, ruota intorno a diversi poli ideologici: si va dalla critica ad ogni mitoamoroso o mondano, che tende a cristallizzarsi in idolo, alla prefigurazione di un bello in sé, a un discorso sull'omosessualità che fornisce lo spunto a una più vasta meditazione sulla condizione di vittima e di carnefice in cui precipita chiunque contragga un rapporto affettivo. Intrisa di un senso drammatico dell'esistenza, ma sorretta da un'ironia che diviene fervido umore narrativo, la Recherche trascende il clima decadente, che pure la sostanzia, per collocarsi agli apici dell'esperienza letteraria del ventesimo secolo. Il momento irrazionale (la memoria involontaria che nel contatto fra due sensazioni, l'una presente, l'altra passata, scopre la loro essenza comune e fa ritrovare il tempo perduto) è solo la prima tappa nel cammino verso l'arte, che si raggiunge nel completo dispendio esistenziale, di ragione oltre che di forze inconscie, poiché solo la ragione sa stabilire i nessi, creando un discorso narrativo.




RESOCONTO DELL'INCONTRO

Francesco Garbelli ci conduce alla scoperta del volume Dalla Parte di Guermantes che indica l'altra parte della passeggiata del narratore e scopre la realtà dei salotti mondani che viene definita con la locuzione Esprit Guermantes.
Lo spirito è anche la mente individuale e Proust gioca su questa idea. Così come gli indivudui hanno il loro spirito così esiste l'esprit dei Guermantes che sono un clan ne hanno uno che li accomuna. Esiste una camera dell'eco che raccoglie le risonanze interne alla memoria di ciascuno avendo una coerenza di fondo. Mente ma anche mentalità la tendenza la propensione un certo tono che caratterizza un individuo, gruppo, comunità a comportatrsi in un certo modo ricorrente. proust ricostruisce attingendo lo esprit Guermantes da Saint Simon.
Ma lo spirito è anche il motto ironico e in questo volume Proust descrive molti dei personaggi con tanta ironia che emerge soprattutto nella descrizione caricaturale dei personaggi. Lo sguardo umoristico per Proust ha valore euristico e aiuta il lettore a scoprire qualcosa in più sui protagonisti.
Il volume dunque è finalizzato a cogliere lo spirito dei Guermantes e si manifesta nei salotti L'argomento principale, che è stato un caso mediatico che ha scosso la politica dell'epoca era rappresenato dall' Affaire Dreyfus.
La società è spaccata in due tra innocentisti e colpevolisti soprattutto dopo che Zola scrive il suo J'Accuse e anche i salotti sembrano composti da tiforerie contrapposte. E come tali le tifoserie non sono mai a cerca della verità ma servono a portare avnti interessi personali.
Duca di Guermantes ora sta da una parte o dall'altra per sedurre e far bella figura con l'amante di turno.
Anche Saint Loup inizialmente è innocentista per rivendicare la sua individualità smarcandosi dalla sua famiglia ma quando passa nell'esercito passa dall'altra parte perchè l'interesse del soldato impone di essere antidreyfusardi.
Swann è innocentista per rivendicare la propria identità ebraica.
Ognuno sposa la causa per interessi altri e mai per amore della verità.
Interessante anche la figura degli intellettuali che vengono adulati e poi sbeffeggiati e alla fine corrotti da questo mondo della nobiltà parigina. 
Proust descrive come dei quadri, delle messe in scena che preparano il lettore alla conoscenza della realtà che descrive.
Snobbismo e idolatria sono tematiche importanti del volume.
La morte della nonna fa da spartiacque a quello che qui è solo accennato ma che poi verrà ampiamente descritta nel prossimo volume Sodoma e Gomorra che esploderà come profanazione. La nonna muore prima che si riveli la profanazione.
Quando esploderà profanerà tutto ciò che è esistito prima. Quello che sembrava amore tra uomo e donna invece era amore tra uomo e uomo. Forshadowing è una figura che prepara a una prefigurazione e ciò che verrà dopo getterà nuova luce su ciò che è stato.
Anche le descrizioni delle battaglie che qualcuno ha trovato noiose hanno un senso all'interno dell'architettura dell'opera. La battaglia infatti è un'identità che si ripete variando ma che ha sempre uno schema comune condiviso. Francesco cita la teoria di Liebniz dei mondi possibili per cui il possibile eccede sempre e il discorso militare sembra filosofico e estetizzante e da l'idea che nella diversità c'è sempre qualcosa che si ripete. Come anche abbiamo visto ne Il Deserto dei Tartari.
Nella Recherche ci sono situazioni che si ripetono ma variando esattamente come in una battaglia.
Rachel ricorda la storia di Odette e Swann, è vista dai clienti come la perfetta prostituta, da Robert come un angelo mentre il narratore la definisce "Rachel quand du Seigneur.
Addirittura ha tre volti ma Proust forse voleva dire ma chi siamo? Abbiamo più personalità. "Nessuno può essere limpido ai nostri occhi perchè è solo un ombra in cui nessuno può penetrare."
Albertine, Charlus sono evanescenti e non si riescono ad inquadrare. Rachel offre al lettore più sfaccettature della sua personalità. Il pensiero va subito a Pirandello "Uno nessuno e centomila".
Proust dice che chi siamo dal punto di vista sociale è ciò che pensano di noi le persone che ci frequentano e ci conoscono.
A questo va aggiunto un io interiore e all'interno ciascuno di noi racchiude più personalità. Questo è un tema che attraversa tutto il Novecento da Pessoa a Pirandello e Kafka, ognuno lo declina in modo diverso e anche Proust lo fa ma afferma che in ciascuno esiste un vero io. l'identità è molteplice ma esiste un ver moi che è la risultante dei ricordi e delle relazioni che ci portano ad essere chi siamo in un dato momento, si tratta di una risonanza globale, si può avere suoni diversi che alla fine compongono una melodia.
Gilles Deleuze nel saggio "Proust e i segni" aiuta ad interpretare e capire il senso dei segni che ci circondano.
proust coglieva e imitava i tratti caratteristici delle persone che riusciva ad imitare benissimo.







 INCONTRO 59 - WEYWARD  di Emilia Hart

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CITAZIONI
"Un po' più in la'c'è un'apertura trai trovchi degli alberi. Al di là di essa riesce a vedere il versante ripido della collina, come i fianchi di un animale gigantesco ricoperti dalla pelliccia chiara della neve. Un animale acquattato, in attesa. Ce l'ha fatta, è riuscita ad uscire dal bosco." p.317

" La vista è una cosa strana. A volte ci mostra ciò che abbiamo davanti agli occhi. Ma a volte ci mostra ciò che è già successo o che sta per accadere." p.391

"Ripensa alla forza delle mani di suo padre che la sospingevano verso la salvezza. L'ultima volta in assoluto che l'aveva toccata. Era morto per lei, nello stesso modo in cui lei morirebbe per sua figlia. Lacrime calde le scendono lungo le guance. Non sa bene per chi siano, se per la bambina che ha visto morire suo padre o per la donna che ha passato 20 lunghi anni a dare a se stessa la colpa della sua morte."




NOTE BIOGRAFICHE

È una scrittrice anglo-australiana. 
 È nata a Sydney e ha studiato Letteratura inglese e Giurisprudenza all’Università del New South Wales prima di lavorare come avvocato a Sydney e Londra.
 Il suo talento è stato notato nell’ambito del Caledonia Novel Award 2021. I suoi racconti brevi sono stati pubblicati in Australia e nel Regno Unito. 

 Vive a Londra. Weyward è il suo romanzo d’esordio. A luglio del 2024 è uscito il secondo romanzo Sirene.




RESOCONTO DELL'INCONTRO
L'incontro è stato davvero scoppiettante. I partecipanti erano nettamente divisi tra coloro che non hanno affatto apprezzato il libro e ne hanno fatto delle critiche feroci e una parte che invece ha gradito la lettura.
Sono tre romanzi in uno. La copertina è bellissima. L'attenzione alla natura è molto sentito.
L'autrice giovane al suo primo romanzo ha messo molto impegno per realizzare quest'opera cosi ricca.
Per qualcuno questo romanzo è narrativa di consumo e c'è il sospetto che l'autrice abbia scritto su commissione di un ufficio marketing. Qualcuno aveva aspettative molto alte che poi nel corso della lettura sono state deluse.
Uso pedissequo di aggettivi nessun flusso di coscienza delle tre donne insomma molto deludente.
Questo libro non ha nulla di interessante da offrire e ha procurato ad alcuni addirittura fastidio.
Qualcuno dichiara apertamente di averlo proprio disprezzato e sembra che con furbizia si abbia preso Sheakespeare per far sembrare quello che non era.
I personaggi femminili sono tutti meravigliosi e quelli maschili a parte il fratello sono davvero terribili.
Il termine Weyward significa destino e fatale e le tre protagoniste prendono in mano il loro destino e fanno scelte radicali nelle loro vite agendo con coraggio.
Riamane il sospetto del dolo del aver voluto scegliere i temi attuali a tavolino e fare un'operazione di marketing per vendere le copie.
Per alcuno non si è proprio proposto invece questo sospetto. Ad alcuni è piaciuto proprio per i temi trattati, anche se la scrittura è un pò povera la cosa si può imputare all'inesperienza dell'autrice piuttosto che all'operazione di marketing.
La descrizione della natura è molto coinvolgente anche se le descrizioni sono ripetitive.
Molti episodi sono volutamente esagerati e si presterebbe bene per una trasposizione cinematografica.
Libro superficiale per costrutto e mod di affronate i temi. Tre donne che hanno lo stesso conflitto di base che è la sopraffazione dell'uomo sulla donna e la risoluzione è la magia.
Nel 1600 questo è ammissibile per carenza di istituzioni.
Il dibattito è stato molto acceso e la discussione per questo ancora più interessante perchè le varie osservazioni hanno consentito di sviscerere il romanzo nelle profondità delle sue pieghe senza trascurare nulla.
E' un romanzo sulla resilienza femminile ma la resilienza non ha bisogno della stregoneria.
Altha usa la magia per raccontare una storia mentre Kete la usa per portare avanti una tesi.
Chi partecipa ai gruppi di lettura spesso attiva un'ipercriticità perche quando si legge ci si prepara alla discussione e mentre si legge si cerca di scorgere gli elementi che si vorranno comunicare ai partecipanti.










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