INCONTRI ANNO 2022
INCONTRO 36 - INVISIBILE di Paul Auster
CITAZIONI
“ Pensavo che non li
avrei rivisti mai più. Born insegnava alla Columbia da sette mesi, e non
avendolo mai incontrato per caso in tutto quel tempo sembrava difficile
imbattermi in lui adesso. Ma negli avvenimenti reali le probabilità non
contano, e l’improbabilità che una cosa succeda non vuol dire che non
succederà.”p.7
" No. Ma ciò non significa nè l'altra... Non posso dirti come si comportava prima che cominciassi a vivere con lui. Non saprei neanche dare conto di tutte le cose che ha fatto mentre vivevamo insieme. Chi conosce i desideri segreti di una persona? a meno che una presona non li metta in pratica, o ne parli, non ne abbiamo idea." p127
Paul Auster è nato da una famiglia ebrea di origini polacche a Newark, nello Stato americano del New Jersey, il 3 febbraio 1947. Suo padre, Samuel Auster, era proprietario di alcuni edifici di Jersey City. Sua madre aveva circa 13 anni in meno del marito. Il loro, fin dai primi giorni, non è stato un matrimonio felice.
Paul Auster è cresciuto a Newark, assieme alla sorella, più piccola di lui di circa tre anni e affetta da forme di squilibrio mentale. La situazione famigliare ha segnato la vita di Paul Auster, come rivela lui stesso nel suo memoir dal titolo “Hand to Mouth” (1997).
Paul inizia a nutrire una forte passione per la letteratura fin da giovane. Dopo le scuole superiori, inizia a viaggiare per l’Europa, visitando l’Italia, la Spagna, Parigi e Dublino, la città di James Joyce. Tornato negli Stati Uniti, si iscrive alla Columbia University. Nel 1966 conosce la scrittrice Lydia Davis, con la quale si sposerà il 6 ottobre 1974 e da cui avrà un figlio.
Nel 1969, dopo aver conseguito la laurea, si imbarca su una petroliera e viaggerà per un anno. Poi è di nuovo in Francia, dove resta per tre anni, dal 1971 al 1974. Tornato negli Stati uniti, pubblica due volumi di versi: “Unhearth” e “Wall Writing”.
Il suo primo romanzo è del 1979, “L’invenzione della solitudine”, un romanzo autobiografico incentrato sul suo rapporto con il padre, deceduto poco tempo prima.
Nel 1985 ottiene il successo a livello internazionale con la trilogia di New York composta da “Città di vetro”, “Fantasmi” e “La stanza chiusa”.
Da questo
momento in poi, scriverà altri numerosi romanzi e alcune sceneggiature per il
cinema. Dopo aver divorziato dalla Davis, nel 1981 si è sposato con la
scrittrice Siri Hustvedt, da cui avrà una figlia, Sophie.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
INCONTRO 35 - UN COMPLICATO ATTO DI AMORE di Miriam Toews
CITAZIONI
“ Devo finire i
compiti. Una parola cruciale, ‘finire’. A me i finali vengono male. Quiring mi
ha detto che in genere i temi e i racconti arrivano fisiologicamente alla loro
fine inevitabile, fuori dal controllo di chi scrive. Dice che quando arriva la
fine ce ne accorgiamo per forza. Non so. A me sembra che ce ne siano tanti di
possibili finali.”p.9
"Sentivo l'odore del vento che entrava dalla finestra aperta dietro di lei ed era come un regalo o un complimento o qualcosa del genere. Ogni tanto i venti più soavi soffiano anche su noi mennoniti, quando il massacro dei polli si interrompe e ce li lescia sentire e allora ci spezzano letterarlmente il cuore." p.76
“Continuava a dire una
stronzata dietro l’altra anche mentre i pezzi di vetro cadevano sul tappeto e
io facevo la scema guardandolo con aria torva. Non so perché. È’ un nostro
numero: facciamo sempre così quando succede qualcosa di strano e non sappiamo cosa
dire. È come se recitassimo un repertorio, col padre tonto e l’adolescente
ribelle, anche se la realtà è molto peggio: assomigliamo di più a due pazienti
psichiatrici che cercano di sopravvivere a un’altra giornata. È come se lui si
aprisse un varco con la dinamite nel muro del famoso disprezzo adolescenziale,
dicendo apposta le cose ridicole. Così, mostrando di vedere le proprie mancanze
ancor prima di me, spera di guadagnarsi la mia misericordia. È un vecchio
copione da sitcom a cui ci aggrappiamo sempre. Anche se siamo due pessimi
attori.” p. 196
Miriam Toews è nata nel 1964 a Steinbach
in Manitoba, in una comunità mennonita. Il padre di Miriam Toews, Melvin C.
Toews, era un discendente diretto di uno dei primi coloni di Steinbach, Klaas
R. Reimer (1837-1906), arrivato in Manitoba nel 1874 dall'Ucraina.
Miriam Toews ha lasciato Steinbach all'età di
diciotto anni, e ha vissuto a Montréal e a Londra prima di stabilirsi a Winnipeg.
Ha
ottenuto una laurea in Lettere e Cinema (Film Studies) presso l'Università di
Manitoba e una laurea in Giornalismo ottenuta all'University of King's
College, Halifax.
Il
padre di Miriam Toews si è tolto la vita nel 1998, e la tragedia è stata fonte
d'ispirazione di un libro in cui la scrittrice lo fa parlare in prima persona e
intitolato Swing Low: A Life (2000).
L'unica sorella di Miriam Toews,
Marjorie, si è suicidata nel 2010, a quasi 12 anni di distanza
dall'anniversario della morte del padre.
Miriam Toews è ben nota per la sua
abilità nel combinare un umorismo sardonico con un'intensità di sentimenti
talvolta devastante.
Al centro del suo lavoro c'è sempre
la famiglia. In particolare, si tratta di famiglie divise, che vivono sotto la
minaccia di qualcuno o di qualcosa, dove i genitori sono scomparsi o spariti
nel nulla per un suicidio, un incidente o per eventi misteriosi, e dove quelli
che sono rimasti devono imparare a tenere la famiglia unita, nonostante il
dolore per la perdita dei propri cari.
La
stessa autrice rivela in un'intervista: “Molti dei miei personaggi sono in
cerca della libertà in un modo o nell'altro. Di solito è la semplice libertà da
un controllo esterno che diventa poi il veicolo per orizzonti più ampi e
lontani... Entrambi, la vita e il viaggio, richiedono fede, curiosità, coraggio
e un intenso desiderio di essere liberi. Liberi dalla tirannia, dal potere
senza autorevolezza, dalla meschinità di certi adulti, dalle convenzioni
sociali e dalle nostre stesse paure e ansie.”
Di
certo segnata dall'origine mennonita, Miriam Toews spesso mette in evidenza la
sua esperienza mostrando tutta la perniciosa influenza del fondamentalismo
religioso sull'individuo. "Credo che l'idea della fuga, dell'esilio, di
lasciare un posto, sia qualcosa su cui ho meditato a lungo."
RESOCONTO DELL'INCONTRO
ESERCIZI DI LETTURA
RAGAZZA DONNA ALTRO di Bernardine Evaristo
CITAZIONI
RESOCONTO DELL'INCONTRO
INCONTRO 34 - I RACCONTI DI PIETROBURGO di Nikolaj Gogol'
CITAZIONI
È stato tra i maggiori narratori del XIX secolo: i suoi racconti di"Le veglie alla fattoria presso Dikan´ka", 1831-32 riflettono l'amore per il folklore ucraino, mentre in altri suoi scritti prende la burocrazia a emblema del carattere oppressivo del mondo moderno.
Vastissima risonanza ebbe"Le anime morte", 1842, in cui Gogol’ descrive le peregrinazioni dell'avventuriero Čičikov per la provincia russa. Benché realistica nel suo fondamento, l'opera di Gogol’ si distingue da quella di altri realisti russi per la ricchezza dell'inventiva e la bizzarria dell'immaginazione; la sua prosa è intensa, ricca di cadenze ritmiche e di effetti acustici, il linguaggio è sempre smagliante e denso di qualità pittoriche.
Il padre Vasilij Afanas´evič era autore di commedie ucraine. Gogol’ trascorse l'infanzia nella tenuta paterna di Vasil´evka, nel 1828 si trasferì a San Pietroburgo, dove entrò in contatto coi circoli letterarî e nel 1831 conobbe Puškin.
Pubblicò nel 1831 il primo volume dei "Le veglie alla fattoria presso Dikan´ka", cui seguì l'anno successivo il secondo volume. In questi racconti, mascherandosi sotto lo pseudonimo dell'apicoltore Rudyj Pan´ko, egli attingeva alle fantasiose storie del suo popolo. Nel 1835 pubblicò la raccolta di racconti Mirgorod, anch'essa in due volumi, che conteneva, fra l'altro, "Proprietarî d'altri tempi", "Come litigarono Ivan Ivanovič e Ivan Nikiforovič" e l'epopea cosacca Taras Bul´ba, pervasa di accenti eroici, da ballata romantica.
Dello stesso anno sono gli Arabeski, che comprendono già alcune delle novelle pietroburghesi, come "Il ritratto" e "Il lungo-Neva", cui si aggiungeranno poi "Il naso" e "Il cappotto", la storia grottesca del povero impiegato Akakij Akakievič, prima figura d'una galleria che vedrà fra i suoi personaggi anche il Devuškin di Povera gente di Dostoevskij.
Nei racconti pietroburghesi di Gogol’ si avverte l'influsso dei romantici tedeschi, e soprattutto di E. T. A. Hoffmann.
Una violenta reazione suscitò la commedia Revizor, messa in scena nel 1836, storia dello scapestrato Chlestakov, che in una città di provincia viene scambiato, per equivoco, per un ispettore generale ed è costretto dalle circostanze a sfruttare la situazione. L'amarezza per le polemiche suscitate da questo lavoro, che è uno dei più grandi del teatro russo, non distolse Gogol’ dalla redazione tormentosa del già citato "poema", come egli lo chiamava,"Le anime morte".
Nel frattempo cresceva in Gogol’ la tendenza al misticismo religioso, che si trasformò a mano a mano in vera ossessione. Egli cominciò a cercare una purificazione morale, e da questa ricerca nacquero nel 1847 i "Luoghi scelti della corrispondenza con gli amici": in essi lo scrittore, ch'era apparso sinora animato da idee liberali, si rivelò difensore dell'autocrazia. Nel 1848 fece un viaggio in Palestina, e ne tornò sempre più preso da preoccupazioni morali e religiose, al punto da distruggere la seconda parte di “Le anime morte".
RESOCONTO DELL'INCONTRO
Si tratta di cinque racconti radunati sotto questo titolo dato che sono ambientati proprio a Pietroburgo. Gogol ha affascinato praticamente tutti con il suo modo molto particolare di scrivere.
Qualcuno si è
meravigliato che a comporre questa raccolta non sia stato Gogol ma qualcun
altro, dopo la sua morte.
Non è la comune
ambientazione dei racconti che stupisce. È normale che la visione di Gogol della
società pietroburghese con la stratificazione gerarchica e il gergo burocratico
sia lo sfondo comune su cui abbia costruito le sue spiazzanti invenzioni.
Esiste però un ulteriore gioco di rimandi e corrispondenze da un
racconto all’altro che rendono ancora più divertenti le trovate dell’autore.
Sembra quasi che diversi elementi siano stati disseminati apposta nella
raccolta di volta in volta per preannunciare il racconto seguente o ricordarne
uno precedente.
Si potrebbe leggere come
una anticipazione de “il naso” il dialogo tra i due artigiani tedeschi ubriachi
che nella “Prospettiva Nevskij” entrano in scena proprio discutendo della
necessità di tagliare un naso.
INCONTRO 33 - I PESCI NON HANNO GAMBE di Jon Kalman Stefansson
“Il
vento incessante sembrava poter soffiare da due direzioni contemporaneamente,
la salsedine e la sabbia ci frustavano a turno, il cielo era così distante che
le nostre preghiere non arrivavano che a metà strada, per poi cadere a terra
come uccelli morti o trasformarsi in grandine, e l’acqua potabile era salata
come se stessimo bevendo l’oceano. Questo posto non è vivibile, tutto lo
sconsiglia, il buonsenso, il vento, la lava. Eppure ci abbiamo abitato per
tutti questi anni, per tutti questi secoli, ostinati come la lava, silenziosi
nella storia come il muschio che cresce sulla roccia e la trasforma in terra,
qualcuno dovrebbe farci un monumento, darci una medaglia, scrivere un libro su
di noi.”p.17
“
Il fiordo corto come un attimo, come una cosa a malapena cominciata, e protetto
dal greve vigore del Nipa, il monte che ferma il brutto tempo e rasserena il
cielo: qui le notti possono essere così silenziose e l’aria così ferma che il
fiordo si riempie di angeli, e l’aria del dolce fruscio di un batter d’ali. E
allora è come se nessuno dovesse più morire.” p.45
“La
vita cresce dalle parole, la morte dimora nel silenzio.
Per
questo dobbiamo continuare a scrivere, a raccontare, a mormorare versi di
poesie e imprecazioni è così tenere lontana la morte per un po’.”p.47
“Il mare è più vasto della quotidianità. In mare l’uomo si rasserena, la vastità incommensurabile che tranquillizza, consola e sminuisce i problemi della vita. Le difficoltà sulla terraferma, le frizioni, le frustrazioni, i rapporti con le persone, gli obblighi, è sufficiente guardare le onde e l’esistenza si placa in petto.” p.390
"A volte è come se cercassimo di rallentare il tempo con il nostro comportamento, i nostri pensieri, rifiutiamo il fatto che tutto è cambiato e continuerà a cambiare, perfino le cose più importanti, e che a ogni passo ci avviciniamo di più a sparire. Le costellazioni si spostano nel buio con i loro segreti, la terra sotto i nostri piedi sfreccia nello spazio nero a una velocità di mille chilometri all'ora, ma noi cerchiamo costantemente di reprimere la sensazione, la certezza, il dato di fatto, che l'uomo è un episodio effimero, la nostra vita un canto d'uccello, il lamento di un gabbiano, e poi il silenzio".
RESOCONTO DELL'INCONTRO
La natura è un elemento determinante del racconto, l'Islanda con i suoi paesaggi duri, essenziali, e il suo mare aspro che decide le sorti degli uomini.
INCONTRO 32 - L'ORCHESSA E ALTRI RACCONTI di Irene Nemirovsky
Némirovsky, Irène. - Scrittrice ucraina di lingua francese (Kiev 1903 - Auschwitz 1942), tra le più significative del periodo tra le due guerre. La sua vita è stata segnata da un profondo senso di inappartenenza e di eterna marginalità, in cui solamente la scrittura appare luogo privilegiato entro cui la scrittrice ha potuto fondere armoniosamente le sue radici affettive e culturali. Con la pubblicazione postuma di Suite française, quadro di una collettività in fuga, è stata riscoperta dal pubblico e dalla critica internazionali quale autrice dotata di una straordinaria intensità narrativa.
Figlia di un banchiere ebreo ucraino, figlia unica solitaria, dopo un'infanzia agiata a San Pietroburgo, durante la rivoluzione d'Ottobre si trasferì con la famiglia prima in Finlandia e Svezia (1918), poi in Francia (1919). A Parigi ebbe inizio per lei un periodo di intensa attività letteraria e di sfrenata mondanità. Si laureò in lettere alla Sorbona e nel 1926 sposò M. Epstein, ingegnere ebreo russo.
Malgrado la notorietà ottenuta con i suoi romanzi, pur così profondamente innamorata della Francia e della vita intellettuale parigina, non ottenne mai la cittadinanza francese, da lei più volte richiesta.
Scoppiata la Seconda guerra mondiale, subì le conseguenze delle leggi razziali: costretta ad abbandonare Parigi, venne arrestata nel luglio 1942 e deportata ad Auschwitz, dove morì il mese successivo, gravemente debilitata.
Tra il 1941 e il 1942, negli anni dell'esilio forzato, compose i primi due volumi (Tempête en juin, che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell'arrivo dei tedeschi; e Dolce, in cui alcuni personaggi prendono spicco e la struttura della finzione romanzesca si fa più complessa) di quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere un grande affresco storico della Francia di quel periodo.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
INCONTRO 31 - PARLARNE TRA AMICI di Sally Rooney
Iniziai ad interessarmi
da vicino alla mia faccia e al mio corpo, cosa che prima non avevo mai fatto. Chiedevo
a Bobbi cose tipo: ho le gambe lunghe? O corte?”
Pag 10
“Ho riso sotto i baffi
anche se li non c’era nessuno che potesse vedermi. Adoravo quando era
disponibile in quel modo, quando la nostra relazione era come un documento word
che stavamo scrivendo ed editando insieme, o un lungo private joke che nessun
altro poteva capire. Mi piaceva avere la sensazione che fosse il mio
collaboratore.Mi piaceva pensare che lui si svegliava di notte e pensava a me.”
Pag 171
“Avevo sempre pensato
che essere la prediletta di Jerry per Bobbi fosse un privilegio, ma adesso mi
rendevo conto che era anche qualcosa di scomodo e pericoloso.
Non sapevo che stessi
vivendo tutto questo, ho detto.
Stiamo sempre vivendo
qualcosa non ti pare? E’ la vita in sostanza. Sempre più cose da vivere, niente
altro. Tu hai quella situazione di merda con tuo papà e non ne parli mai. Non è
che a te vada tutto a gonfie vele.” Pag 236
Vive e lavora a Dublino, dove si è laureata al Trinity College in Letteratura americana. Dotata di grande talento, ha scritto dei racconti che sono apparsi su alcune delle maggiori riviste letterarie come Granta, The White Review e The Stinging Fly.
Finora ha pubblicato soltanto tre romanzi, ma la critica l’ha già annoverata tra i maggiori autori contemporanei, lodandone il talento e l’incredibile capacità comunicativa.
Nella sua brillante carriera letteraria, avviata nel 2017 con la pubblicazione del primo romanzo, ha già vinto numerosi riconoscimenti come il Sunday Times /PFD Young Writer Award attribuito al suo romanzo d’esordio, Parlarne tra amici e il Costa Book Awards per miglior romanzo dell’anno 2018, l’Irish Book Awards nella categoria “romanzo dell’anno” 2018 e il Booker Prize tutti per Persone normali, che ha riscosso un tale successo da essere adattato in una serie tv scritta e coprodotta dalla stessa Sally Rooney.
Sally Rooney ha pubblicato in lingua inglese, oltre ai tre romanzi, anche racconti, raccolte di poesie e alcuni saggi.
L’ autrice nei suoi romanzi esplora spesso temi che caratterizzano le vite dei giovani di oggi, ma è in grado di agganciare anche i giovanissimi.
Precariato, cultura dell’hype, incapacità comunicativa, capitalismo delle piattaforme, sono tutti temi che ritroviamo nei suoi romanzi. L’autrice analizza spesso, attraverso i suoi personaggi, l’impatto emotivo di relazioni amorose disfunzionali, l’approccio al sesso come distrazione, la solitudine nonostante un mondo in cui la connessione sembra essere la chiave di tutto.
Ma ancora troviamo i problemi d’ansia, le insicurezze e il peso delle pressioni sociali.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
INCONTRO 30 - TUTTE LE ANIME di Javier Marias
RESOCONTO DELL'INCONTRO
INCONTRO 29 - UNA COSA DIVERTENTE CHE NON FARO'MAI PIU'di David Foster Wallace
David Foster Wallace nacque ad Ithaca, città situata a 400 km da New York il 21 febbraio del 1962, figlio di James Donald Wallace e di Sally Jean
Foster.
Iscritto all'Amherest College vi si laureò nel 1985 in Letteratura Inglese e in Filosofia, con una specializzazione in logica modale e matematica, per poi frequentare il primo semestre del corso di filosofia presso l'Università di Harward, che abbandonò alla fine del 1989 dopo il ricovero alla clinica psichiatrica McLean's.
Nel 1987 ottenne un Master in scrittura creativa presso l'Università dell'Arizona. Insegnò alla Illinois State University per gran parte degli anni novanta e nell'autunno del 2002 diventò professore di scrittura creativa e
letteratura inglese al Pomona College, in California.
Il suo romanzo d'esordio, La scopa del sistema, si ispira alla sua seconda tesi universitaria ed
uscì nel 1987. La critica notò subito il talento di Wallace che, a
soli venticinque anni, si distingueva per lo stile ironico, complesso e acuto.
Nel 1989 uscì negli Stati Uniti La ragazza con i capelli starni, una raccolta di racconti che tocca temi tipici di
Wallace e fu considerata un suo manifesto poetico e stilistico.
Il secondo romanzo, Infinite jest, uscì nel 1996 e fece diventare Wallace un autore di culto internazionale.
Nel 2005 la rivista Time lo incluse nella lista dei cento migliori romanzi di lingua inglese
dal 1923 al 2005. Il romanzo, considerato il capolavoro dello scrittore
statunitense, descrive la complessità della società contemporanea: le
difficoltà nei rapporti interpersonali, l'uso delle droghe, il ruolo sempre più
importante del mondo dello spettacolo, dei media e dell'intrattenimento,
l'esasperata competizione sociale raccontata attraverso il tennis, sport praticato a livelli agonistici dallo stesso
autore.
Definito dal New York Times un "Emile Zola post-millennio"e "la mente migliore
della sua generazione", la critica lo ha spesso paragonato ad autori
celebrati come Thomas Pynchon, Don DeLillo, Vladimir Nobokov e Jorge Luis Borges.. Considerato uno
dei rappresentanti della corrente letteraria Avantpop,
ricevette diversi premi, tra cui il Mac Arthur Fellowship.
Gli effetti collaterali dovuti ai farmaci che assumeva
lo indussero, nel giugno 2007, ad interrompere la terapia a base di fenelzina, con il benestare del proprio medico.
La depressione si ripresentò e Wallace sperimentò
altre cure, inclusa la terapia elettroconvulsivante. Infine tornò ad assumere fenelzina, ma questa non
gli faceva più effetto. Il 12 settembre 2008, a 46 anni, Wallace scrisse un
messaggio di addio di due pagine, corresse parte del manoscritto di Il
re pallido e si impiccò ad una trave di casa sua, a Claremont, in California. Il corpo fu rinvenuto dalla moglie, Karen Green.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
La discussione sul romanzo è stata movimentata, soprattutto la lettura non ha dato a tutti la stessa impressione.
INCONTRO 28 - LA CITTA' DEI VIVI di Nicola Lagioia
Il 17 Febbraio 2022 parleremo di " La città dei vivi" di Nicola Lagioia
NOTE BIOGRAFICHE
Dopo il diploma al liceo scientifico, consegue la laurea in giurisprudenza all'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Appassionato di scrittura, collabora in seguito con numerose case editrici. Dopo aver lavorato come redattore, svolge l'attività di ghost writer, scrivendo libri, sceneggiature e testi su commissione.
Come scrittore esordisce nel 2001, con il romanzo Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare sé stessi) pubblicato da minimum fax (Premio Lo Straniero).
Nel 2004 pubblica per Einaudi il romanzo Occidente per principianti vincendo il Premio Scanno, il Premio Napoli e giungendo finalista al Premio Bergamo.
Ha pubblicato racconti in varie antologie, tra cui PatriE impure (Rizzoli, 2003), La qualità dell'aria (minimum fax, 2004), che ha curato assieme a Christian Raimo, Semi di fico d'India (Nuovadimensione, 2005), Periferie (Laterza, 2006), Deandreide, dedicata a Fabrizio De André (Biblioteca Universale Rizzoli, 2006), Ho visto cose (Biblioteca Universale Rizzoli, 2008), La storia siamo noi (Neri Pozza, 2008).
Con il romanzo Riportando tutto a casa edito da Einaudi nel 2009, si aggiudica il SuperPremio Vittorini, il Premio Volponi, il Premio Viareggio per la narrativa.
Nel 2015 vince il Premio Strega con il libro La ferocia, pubblicato da Einaudi.
Fino al 2017 ha diretto nichel, la collana di letteratura italiana di minimum fax. Dal 2010 è uno dei conduttori di Pagina3, la rassegna quotidiana delle pagine culturali trasmessa da Rai Radio 3.
Nel 2013, nel 2014 e nel 2015 è uno dei selezionatori della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Dirige il Salone internazionale del libro di Torino dall'edizione del 2017.
Nel 2020 ha fatto parte della giuria del concorso principale della 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Nel 2021 vince il Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane e il Premio Napoli con La città dei vivi.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
Qualcuno confessa di
aver avuto delle remore nel leggerlo proprio perché conosceva gli estremi del
fatto di cronaca ma poi è stata colpita dalla capacità dell’autore di rendere
letteraria una materia così complessa.
Roma è composta da due
mondi, il mondo di sopra dei vivi e quello di sotto dei morti: «La città di sotto si stava
mangiando quella di sopra, i morti divoravano i vivi, l’informe guadagnava terreno.»
Esiste un parallelismo tra la bellezza della città eterna e la normalità
delle famiglie da cui i ragazzi provengono, come il Colosseo si staglia davanti
agli occhi dei turisti come una meraviglia architettonica ma all’apertura dei
cancelli mostra il suo orrore di degrado, così quando si spalanca la porta delle
cosiddette buone famiglie e si va a vedere da vicino si vedono situazioni di
ferocia e trascuratezza.
I protagonisti vivono
una non vita apparentemente provengono da famiglie normali ma la dipendenza
dalle droghe ha tolto il gusto alle loro esistenze.
Spesso siamo portati a
indignarci per il trattamento brutale riservato alla vittima e a considerare i
carnefici a noi completamente estranei, ma siamo sicuri che sia proprio così?
Ci sono frasi che
colpiscono il lettore, come quella di Marco che dice “ abbiamo giocato a fare Dio”
quasi mettesse sul piatto il bisogno di onnipotenza, ma l’altra faccia dell’onnipotenza
è la responsabilità e qua i ragazzi non si vogliono assumere.
Se si varca la soglia
bisogna stare molto attenti perché si entra in un mondo sconosciuto.
I protagonisti sono tre
bei ragazzi e mi è venuta in mente Arendt che a Gerusalemme è rimasta stupita
per la normalità dei carnefici che erano sotto processo.
Qualcuno ha trovato
irritante l’estrema comprensione che l’autore riserva ai protagonisti, solo
proseguendo la lettura si capisce che sente dentro di sé questi ragazzi e
riesce a rendere molto bene le loro storie che dimostra di aver compreso nel
profondo.
L’autore riesce anche a
trasmettere al lettore come la società reagisce al delitto, prima analizza il
rapporto vittima carnefice, poi il rapporto tra carnefice e l’uomo comune, alla
fine emerge la sua conclusione nella quale parla chiaramente di libero arbitrio
e responsabilità individuale.
E’ molto rilevante anche
l’importanza dell’incontro trai due assassini che genera quel contagio psichico
che poi li condurrà all’efferato delitto, cosa che probabilmente nessuno dei
due aveva immaginato e che forse se non si fossero trovati non sarebbe mai successa.
L’autore sembra
diventare lui stesso un personaggio, descrive tutto accuratamente senza mai
esprimere un giudizio e in un punto scrive: “Le parole sono ambigue
sfuggenti risuonano in modo diverso a seconda della materia contro cui cozzano”.
La figura di Marta Gaia è l’unica presenza
femminile che ha un certo rilievo nel romanzo, le altre sono solo accennate.
INCONTRO 27 - GILEAD di Marilynne Robinson
Il 20 Gennaio 2022 abbiamo parlato di "Gilead " di Marilynne Robinson.
ECCEZIONALMENTE SU ZOOM
“Quando la gente viene da me per parlare, qualsiasi cosa dica, resto colpito da quella sorta di incandescenza che emana, l’io il cui predicato può essere “amo” o “temo” o “voglio”, e il cui oggetto può essere “qualcuno”o “niente” e non avrà un’importanza decisiva, perché la bellezza risiede in quella stessa presenza, plasmata intorno all’”io”come una fiamma su in lucignolo, sprigionandosi nel dolore e nel rimorso e nella gioia o che so io. Ma veloce, avida e intraprendente. “P.47
“Sono impaziente? E’ possibile? Oggi non ho sentito nemmeno l’ombra di una spina nella mia carne, nel mio cuore per la precisione.
I tonfi del mio petto continuano all’infinito come una vecchia mucca che rumini, con quella stessa pigra persistenza e soddisfazione, così mi sembra.
Mi sveglio di notte e lo sento. Ancora, dice.
Ancora, ancora, ancora. “ Che’ la conservazione è creazione, e di più, è una creazione continua, è una creazione in ogni istante.”Sono parole di George Herbert, che spero avrai letto. Ancora, tutto quello che un cuore abbia mai detto, e appena la parola è pronunciata l’istante è già passato, perciò non contiene alcuna promessa.” P.115
“Vorrei poterti lasciare alcune delle immagini impresse nella mia mente, perché sono talmente belle da rendermi insopportabile l’idea che si spegneranno insieme a me.
Ma del resto questa vita possiede una leggiadria mortale tutta sua.
E la memoria non è rigorosamente mortale per natura.
In fondo è strano poter ritornare a un momento, quando praticamente non si può sostenere che abbia alcunché di reale, nemmeno nella sua fugacità.
Si insomma l’attimo è una cosa talmente impalpabile che il suo permanere è una proroga assai misericordiosa.” P. 169
"Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui?" Sotto ogni aspetto importante siamo dei grandi segreti gli uni per gli altri, e penso veramente che ognuno di noi racchiuda una lingua a se'stante e anche un'estetica e una giurisprudenza a sè stanti.
Ognuno di noi è una piccola civiltà eretta sulle rovine di un'infinità di civiltà precedenti, ma con i proprio distinti concetti di cosa è bello e cosa è accettabile - i quali, mi affretto ad aggiungere, noi stessi in genere non soddisfiamo pur sforzandoci di rispettare.
Scambiamo fortuite analogie tra di noi per vere e proprie somiglianze, perchè anche le persone che ci circondano hanno ereditato le stesse abitudini, pagano con la stessa moneta, riconoscono, più o meno, la validità degli stessi concetti di correttezza e di buonsenso. Ma tutto questo in realtà ci permette a malapena di coesistere con gli incommensurabili, insormontabili, iviolabili spazi che ci separano." p.206
NOTE BIOGRAFICHE
Robinson, Marilynne
E’ una scrittrice e saggista statunitense nata nel 1943 a Sandpoint, Idaho.
Dopo la laurea presso la Brown University nel 1966 e il dottorato in letteratura alla University of Washington nel 1977, esordisce nel 1980 con il romanzo di successo Le cure domestiche centrato sul valore dei rapporti familiari, che il regista Bill Forsyth adatta per il grande schermo nel 1987.
Nel 1999 esce la raccolta di saggi The death of Adam, ma il successo internazionale arriva nel 2004 con Gilead che insieme a Casa e Lila costituisce una trilogiaed è stato vincitore del premio Pulitzer e del National book critics circle award for fiction, in cui rielabora il tema familiare arricchendolo degli argomenti ormai divenuti ineludibili per Robinson come la tradizione puritana, il calvinismo, la teologia protestante e l'abolizionismo.
Col romanzo Casa, secondo capitolo della trilogia, vince l'Orange prize for fiction, i luoghi e i personaggi del precedente romanzo sono giocati attorno alla difficoltà del perdono paterno, secondo lo schema biblico del figliol prodigo.
Il terzo romanzo, Lila (Einaudi 2015 e 2017) è risultato finalista per il National Book Award e vincitore del National Book Critics Circle Award.
Nel 2021 Einaudi ha pubblicato anche Jack.
RESOCONTO DELL'INCONTRO
Marilynne Robinson è un’autrice particolare, leggendo il romanzo si scende nelle profondità dell'animo, leggendola in filigrana sentiamo la sua passione per i classici, la conoscenza di Dio e dell'uomo e l'attenzione alla natura.
E’ un libro da tenere sul comodino e leggere ogni tanto non tutto è di facile comprensione, occorre avere un ritmo lento di lettura e sapersi soffermare sui vari punti.
Gilead fa parte con Home e Lila di una trilogia ma anche Jack uscito nel 2021 tratta dei protagonisti di Gilead. Infatti l’autrice con i suoi romanzi approfondisce la conoscenza dei suoi personaggi puntando l’attenzione ora sull’uno ora sull’altro.
A qualcuno è piaciuto molto ma all’inzio la lettura è stata faticosa solo addentrandosi nella lettura ha apprezzato veramente lo spessore del romanzo che tratta temi su cui rararmente si ha occasione di soffermarsi.
La visione del protagonista apre una breccia sulla religione protestante.
Il racconto degli avi permette di approfondire la storia americana, se si va ad approfondire si imparano tanti aspetti sconosciuti della storia Americana.
Leggendo il romanzo si conosce la provincia americana diversa dalle grandi città di cui sappiamo quasi tutto.
La scrittrice trasmette pacatezza e un senso di conciliazione con il mondo.
Salta nel tempo ma anche descrive il presente, ci sono delle descrizioni bellissime come quelle delle bolle di sapone.
La benedizione è un light motive del romanzo. La frammentarietà rende un po' faticosa la lettura e spinge il lettore a porre attenzione alla narrazione, allo stesso tempo la rende movimentata.
Ames si confessa alla fine della sua vita nella lunga lettera che scrive al figlio e si rende conto nel battezzare Jack non è riuscito a benedirlo come la circostanza richiedeva.
Anche il silenzio è descritto in modo mirabile.
La lettura è stata lenta quasi richiedesse una sedimentazione, una riflessione.
La figura del reverendo è affascinante e molto umano e nel lungo racconto lascia intravvedere il suo lato umano perché anche l’uomo di fede è un uomo fallibile con le insicurezze e i difetti che caratterizzano la natura umana.
La figura del reverendo è affascinante e molto umano e nel lungo racconto lascia intravvedere il suo lato umano perché anche l’uomo di fede è un uomo fallibile con le insicurezze e i difetti che caratterizzano la natura umana.
Solo alla fine con la ragione dimostra di riuscire a superare delle difficoltà che spesso il giudizio comporta.
Per qualcuno è stato un libro bello emozionante, ma soprattutto l’analisi della vita è fatta con dolcezza con uno sguardo mai giudicante.
La vita di ogni persona è qualcosa di complesso e confrontandosi col reverendo si mette in gioco e arriva a una crescita personale.
Complicato perché i temi sono impegnativi ma a ciò si affiancano anche pagine di struggente bellezza.
La frase del romanzo “una cosa che non esiste in rapporto con un’altra non può essere considerata esistente.” È affascinante e vera e si trova anche in un saggio di Rovelli sulla fisica quantistica.