INCONTRI ANNO 2024

  

INCONTRO 52 - KAFKA SULLA SPIAGGIA  di Haruki Murakami

CITAZIONI


“Col tempo la maggior parte delle cose finisce per essere dimenticata. Anche quella guerra terribile, e la tragedia irreparabile di tante persone, appartengono ormai a un passato lontano. Il vivere quotidiano occupa inesorabilmente i nostri pensieri e molte cose importanti si eclissano dalla nostra coscienza, come vecchie stelle pietrificate. Ci sono troppe cose di cui dobbiamo occuparci ogni giorno, troppe cose nuove da imparare.[…] E tuttavia ci sono esperienze che, per quanto tempo possa passare e per quante cose possano accadere nel frattempo, non si riescono a dimenticare. Ricordi che non sbiadiscono.”

" - Anche io quando avevo la tua età, sognavo sempre di andare in un mondo a parte, - dice la signora Saeki sorridendo - un posto al di fuori del tempo, dove nessuno avrebbe potuto raggiungermi.
- Ma un posto del genere non esiste.
 - Infatti non esiste. Per questo vivo così. In un mondo dove tutto si danneggia, il cuore si consuma e il tempo scorre senza un attimo di tregua. - Tace per qualche istante, come a suggerire con quella pausa il fluire silenzioso del tempo. Poi riprende: - Ma quando avevo quindici anni, pensavo invece che quel posto esistesse. Che da qualche parte fosse possibile trovare l'entrata di quel mondo speciale."p.270  

"Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti (...). Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa - sí, io immagino che sia nella testa - ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po' come le sale della biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l'archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l'aria, cambiare l'acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale". pag.510


NOTE BIOGRAFICHE

Haruki Murakami, scrittore giapponese, nato a Kyoto il 12 gennaio 1949. Considerato uno dei migliori rappresentanti della nuova generazione di scrittori emersa agli inizi degli anni Ottanta, Murakami ha acquistato notorietà internazionale con romanzi quali  Sotto il segno della pecora, 1992, Tokyo blues, 1993, e Dance, dance, dance, 1998.

Nel 1992 ha confermato il suo successo in Giappone con il romanzo A sud della frontiera, a ovest del sole, una sorta di horror story di ambientazione urbana. Sono seguiti L'uccello che girava le viti del Mondo, 1999, lunga storia dai toni surreali divisa in tre parti; la raccolta di racconti del 1997, Il fantasma di Lexingtonnel 1997 scrive , Underground, una serie di interviste alle vittime degli attentati con il gas sarin avvenuti nella metropolitana di Tokyo nel 1994.

Nei suoi romanzi, caratterizzati da un taglio di tipo cinematografico e da una grande cura per i dettagli, Murakami mescola con intelligenza e mestiere avventura e fantasia, cinismo e note sentimentali, qualificandosi come uno degli scrittori più facilmente assimilabili in Occidente, specchio di un'integrazione, accettata senza problemi, della cultura americana (quella dei fast food, ma anche della musica jazz, pop, rock) nella vita quotidiana giapponese.





RESOCONTO DELL'INCONTRO

INCONTRO 51 - MADAME BOVARY di Gustave Flaubert



CITAZIONI

 “Si guardarono, i loro pensieri confusi nella stessa angoscia si premevano stranamente come due petti palpitanti(….) “Addio” sospiro’ lui, lei tiro’ su la testa bruscamente “ah sì addio andate!” Avanzarono uno verso l’altro Lui le tese la mano lei esitò un attimo “All’inglese dunque “ disse poi abbandonandogli la mano e sforzandosi intanto di ridere. León la senti’ tra le dita, gli pareva che la sostanza di tutto il suo essere si raccogliesse entro quel palmo umido poi schiuse la mano i loro occhi si incontrarono ancora e lui scomparve.”

"Quando Leon arriva all’albergo Emma non c’è. Esasperata dalla lunga attesa se ne è andata. Quella mancanza di parola all’appuntamento le sembrò un oltraggio: lo considero’ incapace di eroismo, debole, più molle di una femmina avaro e pusillanime. Poi si calmo’ e scopri’ di averlo calunniato. Ma la denigrazione di coloro che amiamo ci allontana sempre un poco da loro. Non bisogna toccare gli idoli, la doratura ci resta sulle mani.”


NOTE BIOGRAFICHE


Romanziere (Rouen 1821 - Croisset 1880).

Figlio dell'illustre chirurgo Achille-Cléophas, compì gli studî secondarî a Rouen, quindi fu indirizzato dalla famiglia agli studî giuridici e inviato a Parigi; ma egli riconobbe presto la sua vocazione letteraria.

Sin dagli anni del liceo aveva redatto da solo un piccolo giornale scolastico, Le Colibri, pubblicandovi scritti in cui possono già scoprirsi alcuni tratti del futuro romanziere e artista; leggeva gli scrittori romantici, Chateaubriand, Byron, Hugo; si era iniziato al culto di Goethe; aveva scritto pagine di qualche valore.

Nel febbraio del 1843 cominciò una prima Éducation sentimentale (terminata nel 1845), per concretare, nelle forme ampie e obiettive di un romanzo alla Balzac, le sue prime conclusioni sulla vita: lo sfiorire dei sogni giovanili al contatto col reale.

Nel gennaio 1844 un gravissimo male nervoso troncò i suoi studî: cominciò allora una esistenza solitaria tutta dedita all'arte. Nel 1846 si stabilì a Croisset, in una sua proprietà isolata nelle vicinanze di Rouen. Quivi trascorse, si può dire, tutta la vita, povera di avvenimenti, e qui andò acquistando sempre più netta coscienza della propria missione letteraria: completare e purificare la rivoluzione romantica, liberando dalle tare deformanti (autobiografismo, disordine passionale, asservimento a interessi extra-artistici) il suo ideale di verità e di bellezza.

Fu il primo in Francia a giungere al concetto di stile inteso come creazione estetica pura. Con quale intensità abbia vissuto il problema teorico dell'arte appare dalla sua Correspondance (specie dalle lettere a L. Colet e a G. Sand).

 Fanatico, fino all'assurdo, della propria dottrina, egli vuole che le sue opere ne siano l'applicazione sempre più rigorosa: per evitare la "personalità" egli comprime il lirismo; per non sottostare come artista alle sue passioni di uomo si rifugia nell'ironia:maschera ingenua che non nasconde a nessuno il suo vero pensiero e che mette come una stonatura nella lirica purità delle sue fedi.

 Con l'aumentare degli anni si ha un'attenzione sempre maggiore ai problemi contemporanei e un più vivo contrasto (artisticamente funesto) tra la sua coscienza di uomo moderno e la sua dottrina intransigente di un'arte impersonale, impassibile, inattuale, fine a sé stessa.

Il primo grande lavoro, dopo la crisi giovanile, fu la Tentation de Saint Antoine (1ª red., terminata nel 1849, pubbl. postuma nel 1910), magnifica espansione lirica, prima obiettivazione del turbinoso romanticismo che ingombrava il suo animo. 

Madame Bovary (pubblicata dapprima a puntate sulla Revue de Paris, nel 1856, poi in volume, aprile 1857) riprende il tema della prima Éducation sentimentale: l'urto dei sogni romantici con la realtà quotidiana. Imbrigliata la fantasia col legarla a una storia reale e a un ambiente preciso, dove riesce a inserire nella verità umana il poema del disinganno che l'ossessionava fin dall'infanzia.

 Riesce a dominare il suo sogno abbassandolo, incarnandolo in una eroina troppo impari alla propria chimera; ma la pietà e l'ironia restano mirabilmente congiunte.

 Il successo della Bovary (anche per lo scandalo e il processo che suscitò) lo incoraggiò ad altri tentativi, Salammbô (1862) e l'Éducation sentimentale (1869) segnano la piena maturità del suo genio; bisogna, per comprenderle, non separarle. 

Salammbô è la vita come egli la sogna: incendio pittoresco di passioni grandi e inflessibili, libero spiegarsi degl'istinti nella gran festa del mondo, unità di tutto l'essere verso uno scopo degno: vita che solo l'antichità ha realizzato.

 L'Éducation sentimentale è l'umanità moderna: naufragio di piccole volontà dietro scopi meschini, indifferenza od ostilità alla libera bellezza delle forme e degl'istinti. Uguale per i due libri è l'illusione di raggiungere l'impersonalità mercé la più meticolosa documentazione. Ma per quanto mirabile sia stato nei particolari lo sforzo del ricostruttore, in tutte e due le opere l'obiettività della visione storica resta illusoria: è troppo brutale e spasmodica l'antichità (e come soffocata dall'erudizione dell'artista), com'è troppo insignificante la vita moderna.

 

 







RESOCONTO DELL'INCONTRO

Alcuni partecipanti hanno trovato piacevole leggere questo classico della letteratura, per molti è stata una rilettura.
Mondo di personaggi modesti che non si ascoltano. Il farmacista è un personaggio che osanna la scienza e cerca di convicere il medico ad effettuare la nuova cura per lo storpio.
Emma vive di sogni e non affronta la realtà. L'autore sogghigna trovando gusto ad infierire su di loro, l'unico a cui concede il lieto fine è il farmacista. Flaubert ha creato il romanzo moderno.
Flaubert ha messo molti riferimenti biografici nel libro tanto che molte persone hanno rotto i rapporti con lui. La sua amante dopo aver letto il romanzo ormai pubblicato ha rotto con Flaubert riconoscendosi in molte scene descritte. 
Costumi di provincia è il cuore della narrazione. Emma vive di sogni la provincia le sta stretta e sogna Parigi anche arriverà solo a Rouen.
Charles viene descritto come un bonaccione ma il romanzo inizia col discorso indiretto dello scrittore onniscente. Flaubert è stato rivoluzionario nello stile è stato un perfezionista del realismo. Su ogni oggetto e luogo si documentava tantissimo. Questo romanzo risulta ancora molto attuale.
Il contrappunto armonico viene utilizzato nella parte della festa campagnola tra comizi e le moine di Rodolph, Flaubert è il primo che utilizza questo metodo che verrà poi ripreso da moltissimi romanzieri del 1900.
Riletto in una versione con carteggio con Louis Colet che era l'amante di Flaubert. L'autore dice che i personaggi lo ripungnano e fa molta fatica a scriverlo.
Per quanto riguarda la fiera dichiara di voler introdurre la sintonia dove la scena si sviluppa trai muggiti di tori e i sospiri d'amore.

Flaubert dimostra di avere una grande attenzione sul particolare.
qualcuno è andato a guardare i luoghi citati nel romanzo scoprendo che di alcuni ha cambiato il nome, esiste anche una visita guidata ai luoghi del romanzo.
Lui mette in scena le miserie umane, non la nobiltà e l'eroismo. Emma è mediocre, sogna l'altrove e altro. Riesce magistralmente a rendere le debolezze e le miserie dei personaggi.
Flaubert è un esperto che oltre a tratteggiare i personaggi descrive magistralmente l'ambiente.
Flaubert è stato bravo a contrapporre Charles a Emma, che sono molto diversi,lei è affascinante affascinante mentre lui sembra privo di qualità.
Il funerale di Emma con le tre bare e la frase sulla pietra tombale "fermo passante calpesti una moglie degna di essere amata". Qua traspare la grande ironia di Flaubert.
Emma è un pò come Don Chichotte crede di vivere amori meravigliosi mentre invece è solo circondata da tanta mediocrità.

INCONTRO 50 - SENI E UOVA di di Mieko Kawakami

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CITAZIONI

" Vivevo nell'apatia più totale, per inerzia, e i giorni si succedevano l'uno all'altro grigi e monotoni. Uscivo da casa solo per andare al lavoro e non mi andava di vedere nessuno. Finchè un giorno, all'improvviso, mentre ancora rimuginavo su quella maledetta telefonata notturna, mi era scoppiata dentro una rabbia incontenibile, una forza che saliva dal profondo...... "Ma chi si c rede di essere quello lì? Come si è permesso di giudicarmi e dire che non sarò mai una vera scrittrice?!" Poi avevo premuto la faccia dentro al pouf e cacciato un urlo rabbioso, dal profondo dello stomaco, ripetendo la cosa più volte. Dopo un bel pezzo ero andata in cucina, mi ero versata un bicchiere di mugicha freddo e lo avevo mandato giù tutto di un fiato. Poi ero tornata nella stanza e avevo fatto un respiro profondo, guardando a uno a uno gli oggetti che mi circondavano, la libreria, la scrivania, il pouf e tutto il resto. Forse era solo la mia impressione, am ogni singola cosa sembrava più luminosa di prima."

“Intanto la nostra cabina aveva raggiunto e superato il punto più alto della ruota panoramica, mentre il crepuscolo estivo calava lento e inesorabile sul paesaggio circostante, mandando segnali via via più evidenti e cambiando la scena con magica destrezza. E noi osservavamo in silenzio il porto che mutava luci e colori, sotto il cielo striato di innumerevoli sfumature blu, indaco e viola.” 

Appoggiai il bicchiere sul tavolino: nel momento in cui lo feci, le angosce, le preoccupazioni degli ultimi tempi svanirono nel nulla e decisi di cancellare per sempre quell'imbecille dalla mia vita." p.213

"La sera incombeva dietro la tenda chiusa, che a poco a poco aveva assunto tonalità scure. Di colpo mi sono affiorati alla mente pensieri foschi: quante altre volte, d'ora in poi, osserverò questo blu notte arrivare alla mia finestra a questa stessa ora della sera? Cosa significa realmente vivere e morire da soli? Forse è come continuare a stare sempre e soltanto in un unico posto, qualunque cosa si veda e si faccia, dovunque si vada".p. 271




NOTE BIOGRAFICHE


Kawakami Mieko; Osaka29 agosto 1976) è una scrittrice e poetessa giapponese.

Nata nel 1976 a Osaka[1], vive e lavora a Tokyo[2] con il marito, lo scrittore Kazushige Abe.

Dopo aver lavorato come hostess di bar e commessa di libreria, prima di dedicarsi alla scrittura è stata cantante J-pop con all'attivo tre album.

Blogger molto seguita in Giappone[6], dopo una raccolta di poesie e una novella, ha raggiunto la popolarità nel 2008 con Seni e uova venduto in 250000 copie e vincitore del Premio Akutagawa.

Nell'agosto 2020 il romanzo breve Seni e uova viene pubblicato in Italia dalle Edizioni e/o, notevolmente ampliato dall'autrice rispetto alla prima versione.

Molto apprezzata dallo scrittore Haruki Murakami, nel 2013 è stata insignita del Premio Tanizaki per la raccolta di racconti Ai no yume to ka.








RESOCONTO DELL'INCONTRO

Questo romanzo nasce solo con la prima parte che è stata premiata in Gappone alla quale l'autrice ha aggiunto il resto. In generale sono molte le tematiche trattate, la nipote che sta in silenzio per protesta, la sorella della protagonista che vuole ricorrere alla chirurgia estetica, l'inseminazione artificiale e i problemi derivanti dai figli che scoprono da adulti di essere stati concepiti con l'inseminazione.
Le figure sono prevalentemente femminili e quelle maschili sono quasi tutti negativi, sono solo abbozzati e sembrano degli spettri. L'unico personaggio maschile di rilevanza è l'uomo che incontra quando decide di fare l'inseminazione artificiale. 
E' descritta Tokyo con i suoi ritmi e le sue particolarità, i supemercati, "i Combini" aperti tutta la notte e l'abuso di alcol da parte dei protagonisti.
A Osaka dove la protagonista viveva prima di trasferirsi aveva lavorato in un bar facendo l'intrattenitrice dei clienti. Questa figura femminile l'avevamo già trovata in un altro romanzo La ragazza del Kyüshü di Seicho Matsumoto.
Molti hanno trovato il romanzo pesante e poco significativo.
Per alcuni è un libro a strati multipli, si dipana su vari livelli, i personaggi femminili sono cesellati e vengono descritte a tutto tondo. Le donne vivono in una condizione patriarcale, si sposano per sopravvivere anche economicamente. 
In ogni pagina l'autrice fa un quadro di ogni personaggio, la scrittura è densa e si vede che ci ha lavorato molto.
Anche nella scena alle terme la sua scrittura ricorda quella di Murakami.
Richiama anche il romanzo " La ragazza del convenience store" di Murata Sayaka.
La protagonista è un personaggio positivo, dimostra di avercela fatta. 
Riesce ad affermarsi come scrittrice nonostante provenga da una situazione molto ai margini, ricordiamo che la madre è dovuta fuggire con le due figlie dal padre alcolizzato.
Una sua particolarità è che parla spesso delle finestre, proprio le finestre che in Giappone indicano la condizione economica delle persone, più finestre hanno le case più alto è il ceto sociale di chi vi abita.
Inoltre è bello il rapporto tra la protagonista e la nipote.
L'autrice ha fatto scalpore in Giappone per aver denunciato il patriarcato. 
Scrive avendo la capicità di far vedere al lettore le cose di cui tratta come la linea ferroviaria che è descritta nei dettagli.
La nipote si chiude in un mutismo dovuto alla sua disapprovazione dell'ossessione che la madre dimostra rispetto al rifarsi il seno, per cui cerca tra le molteplici strutture dove andare a fare l'intervento di chirurgia estetica.
L'autrice ci fa conoscere anche la cultura giapponese dove le persone sono molto riservate e tendono a non mostrare mai le loro emozioni.

INCONTRO 49 - ALL'OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE di Marcel Proust

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CITAZIONI

“Le nostre virtù non sono qualcosa di libero e fluttuante, di cui conserviamo in permanaenza la disponibilità; al contrario esse finiscono con l’associarsi così strettamente, nel nostro intimo, alle azioni per le quali ci siamo sentiti in dovere di esercitarle, che qualsiasi attività di altro tipo ci prende alla sprovvista, neppure sfiorati dall’idea che anche questa possa implicare la messa in opera delle medesime virtù. Swann, nel suo darsi da fare con queste nuove relazioni e nel citarle con fierezza, era come quei grandi artisti modesti o generosi, che avendo cominciato negli ultimi anni di vita a occuparsi di cucina o giardinaggio, manifestano un’ingenua soddisfazione per le lodi tributate ai loro piatti o alle loro aiuole e non ammettono in questo campo le critiche che sono prontissimi ad accettare sui loro capolavori; o come altri che, disposti a dare via per niente un loro quadro, non riescono in compenso a perdere quaranta soldi a domino senza arrabbiarsi.”p.27

"Certamente pochi capiscono il carattere puramente soggettivo di quel fenomeno che è l’amore e come esso sia una specie di creazione di una persona supplementare, distinta da quella che porta lo stesso nome in società, una persona di cui la maggior parte degli elementi sono opera nostra. Perciò pochi sono coloro cui appaiono naturali le proporzioni enormi che finisce con l’ assumere per noi un essere che non è lo stesso che essi vedono.”p.45

“Gli esseri che ne hanno la possibilità - è vero che si tratta degli artisti, e io ero convinto da tempo che non lo sarei mai stato - hanno anche il dovere di vivere per sé; ora, l'amicizia è una dispensa da questo dovere, un'abdicazione a se stessi. Persino la conversazione, che dell'amicizia è il modo d'esprimersi, è una divagazione superficiale, che non ci fa acquistare nulla. Possiamo conversare tutta una vita senza far altro che ripetere all'infinito il vuoto di un minuto, mentre il cammino del pensiero, nel lavoro solitario della creazione artistica, si snoda in profondità, l'unica direzione che non ci sia preclusa, e nella quale ci sia dato anzi dl progredire - sebbene con maggior fatica - verso un risultato di verità. E l'amicizia non soltanto è priva, come la conversazione, di qualsiasi virtù; è anche funesta. Infatti l'impressione di noia cui non possono sottrarsi, quando rimangono accanto agli amici - cioè alla superficie di se stessi - anziché proseguire nel profondo il loro itinerario di scoperte, quelli fra noi la cui legge dl sviluppo sia puramente interna, questa impressione di noia, quando poi ci ritroviamo soli, l'amicizia ci persuade a rettificarla, a ricordare con emozione le parole dell'amico, a considerarle come un apporto prezioso, mentre noi non siamo come costruzioni cui si possano aggiungere pietre dall'esterno, ma come alberi che traggono dalla propria Iinfa il nodo successivo del loro fusto, il piano superiore della loro fogliazione.”



NOTE BIOGRAFICHE

Marcel Proust (Parigi 1871 - ivi 1922).

Figlio di Adrien, professore universitario di medicina, e di Jeanne Weil, di ricca famiglia ebrea, donna sensibile e colta alla quale restò morbosamente legato, all'età di nove anni cominciò a soffrire d'asma, malattia che lo tormentò tutta la vita.

Frequentò il liceo Condorcet di Parigi, dove strinse le prime amicizie importanti e collaborò al periodico studentesco Revue lilas; s'iscrisse poi alla facoltà di diritto, seguendo contemporaneamente corsi alla Scuola di scienze politiche e alla Sorbona, dove fu allievo di H. Bergson.

Collaborò a Le Banquet, la rivista fondata da un gruppo di amici del Condorcet, alla Revue blanche e ad altri periodici e quotidiani tra cui Le Gaulois, e, dal 1903, a Le Figaro.

Dal 1914 uscirono sulla Nouvelle revue française ampî estratti delle sue opere.

Fin dagli anni liceali frequentò assiduamente i salotti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia parigina, di cui avrebbe poi stigmatizzato lo snobismo, e nell'affaire Dreyfus si schierò in favore della tesi innocentista.

Dopo la morte del padre (1903) e soprattutto della madre (1905) si dedicò interamente alla stesura della sua opera, in un progressivo isolamento che lo portò a tappezzare di sughero la sua stanza nell'appartamento di boulevard Hausmann dove si trasferì nel 1906, assistito negli ultimi anni dall'autista Alfredo Agostinelli e, dopo la morte di questo, dalla fedele governante Céleste Albaret.

L'unico, immenso romanzo che scrisse, dopo varî tentativi, a partire dal 1909 fino all'anno della morte, s'intitola À la recherche du temps perdu e consta di sette parti intimamente legate: la prima, Du côté de chez Swann, uscì nel 1913 a spese dell'autore da Grasset, dopo che il parere negativo di A. Gide ne impedì la pubblicazione presso Gallimard; seguirono (questa volta da Gallimard) À l'ombre des jeunes filles en fleur, che ottenne il premio Goncourt, Le côté de GuermantesSodome et Gomorrhe.

Postume apparvero le ultime tre parti: La prisonnière , Albertine disparue  e Le temps retrouvé.

Fondata su un impianto autobiografico, l'opera, la cui struttura ciclica richiama quella della Comédie humaine di Balzac e della Tetralogia di Wagner, è un grandioso affresco della società francese all'inizio del secolo, del suo linguaggio, delle sue passioni e delle sue leggi; allo stesso tempo è la storia di una vocazione artistica che si realizza dopo una lunga esperienza di tempo "perduto", tempo che nell'arte è possibile ritrovare, cioè rivivere nella sua verità.

 In contrasto con il canone dell'oggettività del realismo, la narrazione, dietro la quale è percepibile la lezione di Chateaubriand, di Nerval, di Baudelaire ma anche l'influsso degli studî della psicologia del tempo sulle "intermittenze" della memoria, si dispiega attraverso il punto di vista soggettivo di un narratore protagonista, a partire da un evento fortuito: un sapore "ritrovato" nel gustare una madeleine risveglia la memoria facendo inaspettatamente riaffiorare alla coscienza tutto un mondo dimenticato.

 Il racconto, che adotta la forma del monologo interiore e si sviluppa attraverso frasi lunghe, ricche di subordinate, ruota intorno a diversi poli ideologici: si va dalla critica ad ogni mitoamoroso o mondano, che tende a cristallizzarsi in idolo, alla prefigurazione di un bello in sé, a un discorso sull'omosessualità che fornisce lo spunto a una più vasta meditazione sulla condizione di vittima e di carnefice in cui precipita chiunque contragga un rapporto affettivo. Intrisa di un senso drammatico dell'esistenza, ma sorretta da un'ironia che diviene fervido umore narrativo, la Recherche trascende il clima decadente, che pure la sostanzia, per collocarsi agli apici dell'esperienza letteraria del ventesimo secolo. Il momento irrazionale (la memoria involontaria che nel contatto fra due sensazioni, l'una presente, l'altra passata, scopre la loro essenza comune e fa ritrovare il tempo perduto) è solo la prima tappa nel cammino verso l'arte, che si raggiunge nel completo dispendio esistenziale, di ragione oltre che di forze inconscie, poiché solo la ragione sa stabilire i nessi, creando un discorso narrativo.



RESOCONTO DELL'INCONTRO

Stasera Francesco Garbelli ci ha parlato del secondo volume All'ombra della fanciulle in fiore di Marcel Proust.

Il volume entra nell'opera della Recherche che è stato un grande laboratorio che l'autore ha rivisto ossessivamente fino a poco prima di morire.

Tra il primo e il secondo volume trascorrono 6 anni e in mezzo si verifica la Prima Guerra Mondiale.

Il primo volume è stato tagliato per questioni editoriali, era infatti stato giudicato troppo voluminoso cioè doveva comprendere anche tutta la prima parte del secondo.

Quindi possiamo dire che l'opera si flette ad altre esigenze e prende una forma diversa strada facendo, originariamente dovevano essre solo tre volumi.

Alfred Agostinelli è lo chaffeur che assume un ruolo rilevante nella vita di Proust e che nell'opera assume le fattezze e le caratteristiche del personaggio di Albertine, anche le fattezze delle fanciulle l'autore le ha pensate per uomini e poi successivamente sono state trsposte al femminile.

proust non scrive per un'abilità spontanea ma utilizza un coecervo di stili del panorama degli scrittori a lui contemporanei.





INCONTRO 48 - L'IDENTITA' di Milan Kundera

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CITAZIONI


“In quel momento ho capito qual’e’ l’unico significato che al giorno d’oggi può avere l’amicizia: e’ indispensabile all’uomo per il buon funzionamento della sua memoria. Ricordarsi del proprio passato, portarselo sempre dietro, e’ forse la condizione necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l’integrità dell’io. Per fare in modo che l’io non rimpicciolisca, che mantenga immutato il proprio volume, bisogna innaffiare i ricordi come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto regolare con i testimoni del passato - ossia con gli amici, che sono il nostro specchio, la nostra memoria. Ricordarsi del proprio passato, portarselo sempre dietro, è forse la condizione necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l'integrità dell'io.
Per fare in modo che l'io non rimpicciolisca, che mantenga immutato il proprio volume, bisogna innaffiare i ricordi come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto regolare con i testimoni del passato- ossia con gli amici, che sono il nostro specchio, la nostra memoria.”p. 53

"L’occhio, la finestra dell’anima, il fulcro della bellezza del volto, il luogo in cui si concentra l’identità dell’individuo; ma al tempo stesso è lo strumento che ci consente di vedere e che ha costantemente bisogno di essere deterso, inumidito, trattato con uno speciale liquido in cui è disciolta una determinata quantità di sale. Insomma, lo sguardo, la cosa più meravigliosa che un uomo possegga, subisce un’interruzione periodica, dovuta a un movimento meccanico di lavaggio."p. 71

" L'eco dei tuoi passi sul marciapiede mi fa pensare a tutte le strade che non ho percorso, e che si ramificano come le fronde di un albero. Tu hai ridestato in me quella che fu l'ossessione della mia prima giovinezza: proprio come un albero, infatti immaginavo la vita che mi si apriva davanti. Lo chiamavo, a quell'epoca, l'albero delle possibilità. Solo per un tempo brevissimo ci è dato di vedere così la nostra vita. Ben presto essa ci appare come una strada segnata una volta per tutte, come un tunnel da cui non possiamo più uscire. Eppure, la vecchia immagine dell'albero ci rimane dentro sotto fprma di un'insopprimibile nostalgia. tu mi hai ricordato quell'albero, in cambio io voglio trasmetterti la sua immagine, affinchè tu oda il suo ammaliante mormorio." p. 83


NOTE BIOGRAFICHE


Milan Kundera - 1º aprile 1929 – Parigi11 luglio 2023,  94 anni e una produzione letteraria eccezionale, che raccontava con una satira pungente e una profondità inusuale il mondo che lo circondava e in cui per lungo tempo aveva abitato.

 Nato a Brno, in Repubblica Ceca, appassionato e studioso di musica, frequentò corsi di letteratura e di cinema, diventò addirittura docente alla scuola FAMU per occuparsi di film e cinematografia.

 Milan Kundera fu anche espulso, da lì, per la sua vicinanza al Partito Comunista e le sue idee, ma poi ci si ricredette e venne riammesso: rispettato e ammirato, divenne punto di riferimento per colleghi e amici per la sua capacità di leggere e parlare del mondo.

Cominciò scrivendo poesie, poi testi teatrali, poi il successo con i primi racconti, quelli contenuti e raccolti oggi in Amori ridicoli (la sua produzione è pubblicata in Italia da Adelphi).

Preferì trasferirsi in Francia nel 1974, in piena Primavera di Praga, per avere più libertà di espressione e movimento: lì insegnò a Rennes, e quando pubblicò Il libro del riso e dell'oblio nel 1979 gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca. Ottenne poi quella francese e lì rimase fino alla sua morte.

Poi, nel 1984, il capolavoro che lo consacrò all’olimpo dei grandi scrittori del Novecento. Con L'insostenibile leggerezza dell'essere Kundera fu capace di raccontare la vita degli intellettuali e degli scrittori cecoslovacchi nel periodo tra la Primavera di Praga e l’invasione a seguito del Patto di Varsavia (grossomodo gli anni intorno al 1968). La narrazione si concentra sulle vite di Tomáš e Tereza, lui un chirurgo che ha perso il lavoro a seguito di un articolo frainteso, lei una fotografa. Attorno a loro, Sabina e Franz, a comporre quel Quartetto di Kundera che si è impresso nell’immaginario di generazioni.

Nonostante la caduta del comunismo, L’insostenibile leggerezza dell’essere aspettò 17 anni prima di essere pubblicato in Repubblica Ceca, e soltanto nel 2006 Kundera concesse i diritti per l’edizione in lingua della sua opera.




RESOCONTO DELL'INCONTRO

Il romanzo ruota attorno a un equivoco messo in atto a partire da un’affermazione fatta da Chantal, la protagonista femminile: «Gli uomini non si voltano più a guardarmi». Jean-Marc, il suo compagno, dapprima offeso dal fatto che la propria donna soffra per la mancanza degli sguardi altrui, decide di inviarle delle lettere fingendosi un suo segreto ammiratore. Ciò che ne scaturisce è un vortice di smarrimenti ancora più acuti: Chantal cambia atteggiamento, è schiva, non racconta ciò che sta accadendo; Jean-Marc ripercorre un itinerario di memorie legate alla definizione di identità. Un’anticipazione circa ciò che si prova nell’impossibilità di riconoscere chi si ama lo aveva avuto nel momento in cui, osservando una donna da lontano, si era convinto si trattasse di Chantal; ma quello che sembrava uno chignon, altro non era che un foulard annodato intorno alla testa di una donna «beffardamente diversa». Allora quell’essere che lui considera «impareggiabile» è solo una figura idealizzata e apparentemente unica? Ogni essere umano ha in sé molteplici sfaccettature e ne mostra sempre una diversa in base a chi ha innanzi. Ripensa allora alla sera in cui l’aveva conosciuta: aveva avuto fin da subito l’opportunità di rimanere da solo con lei. Cosa sarebbe successo se invece l’avesse frequentata per lungo tempo in compagnia di altre persone? Si sarebbe ugualmente innamorato di lei? Tutto ciò diventa per Jean-Marc un tormento: chi è Chantal? E se non è quella che ha sempre immaginato, chi è colei che ama? E, di riflesso, chi è lui?

Jean-Marc si trasforma allora in novello Cyrano de Bergerac nel confessare la propria passione in anonimo, assumendo di volta in volta le sembianze di uno sconosciuto a caso. Il gioco della perdita di identità è quindi compiuto e tutto il racconto si svolge nel tentativo di ristabilire i ruoli smarriti.

La discussione del gruppo su questo romanzo di Milan Kundera è stata vivace e sono state sviscerate bene le tematiche che lo caratterizzando proprio per la sua densità.
Sappiamo che Kundera non amava farsi conoscere e parlare di sè, ha cercato tutta la sua vita di parlare solo attraverso le sue opere. 
I suoi romanzi sono caratterizzati da continui rimandi letterari, la sua particolare cifra è proprio di scrivere opere che stanno a cavallo tra il saggio e il romanzo.
L'identità rimanda ad altre opere come ad esempio Doppio sogno di Schnitzler.
Qualcuno mentre leggeva è stato immerso in un bagno di emozioni e pensieri, viaggiando sul crinale tra la realtà e il sogno.
In questo romanzo il corpo ha importanza, i rossori di Chantal sono indicatori di un disagio, di dissolversi essendo diventata trasparente agli altrui sguardi. " Lei arrossisce. Arrossisce come da molto tempo non l'ha vista arrossire. e quel rossore sembra tradire desideri inconfessati. desideri così violenti che Chantal non riesce più a frenarli e ripete: " Si, gli uomini non si voltano più a guardarmi."Non solo il rossore,  ma nache il battito di ciglia è una funzione che non è solo fisica ma si collega con un ricordo di infanzia portato alla memoria dall'amico malato oltre che ciò che collega l'essere umano col mondo esterno.

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